Il senso di.... Velastregata

Il sibilo del vento affettato dalle sartie, lo scricchiolio delle scotte morse dagli stoppers, col rumore dell'acqua tagliata dalla spigolosa prua che si tuffa sbandata con delfinei beccheggi, la randa e il fiocco quando ben a segno che rapiscono il vento nella loro tela e tu sei là, signore incontrastato dell'invelato guscio, padre di rotta per una ambita meta stretto a quel timone che affonda il lungo aratro. Odori di brezza, colori di un tramonto, uno specchio di rada dove afforchi le tue marre tra sgombri arrosto e un sigaro cubano......

Questa è l'essenza e lo spirito della nostra associazione velica. Se dunque tra il fragore delle onde sei riuscito a percepire lo stregato cantico delle sirene, molla la tua ancora sotto il faro bianco di Velastregata, togliti i sandali e bagnati i piedi nell'acqua turchese all'ombra del legno di capitan Hook........ ed anche tu rimarrai inevitabilmente stregato.


martedì 16 ottobre 2012

La fine del Salone Nautico di Genova



Velastregata, è stata presente al Salone Nautico di Genova 2012. L’intento sarebbe stato quello di effettuare un vivace reportage sulle novità del mondo della vela veleggiando tra cabinati d'altura; vele; accessoristica; elettronica di bordo, e quant'altro attinente ad una drizza o un bordo di bolina. Purtoppo quest’anno una secchiata di vernice scura ha imbrattato la tela di quelle belle intenzioni alimentando una marcata delusione per quanto, tristemente, non è stato possibile assaporare. Disorganizzazione, interessi di parte e molto di quant’altro negativo si potrebbe porre sul vassoio hanno vilmente schiaffeggiato la pregressa gloriosa storia del salone Genovese inferendogli profonde ferite.  Spazi espositivi più che dimezzati rispetto lo scorso anno, sia in stand che in acqua; le varie diatribe tra organizzazione ed espositori, fattori perfettamente recepiti dal grande pubblico, hanno di fatto  determinato un calo delle presenze intorno al 25% con vendite collassate per un calo del già magro fatturato del mercato nautico vicino al 28% rispetto lo scorso anno. Insomma una tragedia.  I nostri politici, alimentando una caccia alle streghe all’insegna del risparmio nazionale contro gli evasori e la “ricca gente delle barche” ha fatto, con la consueta inettitudine, di tutta un’erba un fascio, rendendo equivalenti uno yacht a motore di 20 metri  ad una barca a vela di 10,1 mt vecchia di trent’anni, e di barche così aggrappate allo stivale ce ne sono proprio tante. Se a questa voluta pestilenza ci aggiungiamo l’indotto che è stato letteralmente massacrato come la chiusura di storici cantieri nautici e la conseguente perdita del lavoro da parte di migliaia di lavoratori, le enormi perdite di fatturato, la fuga verso l’estero di centinaia di proprietari di imbarcazioni che in questo modo traghetteranno ì loro soldi altrove, ecc ecc, emerge come risultante che i nostri governanti, avendo fatto del tutto per togliere il tappo alla grande vasca nautica nazionale, ci sono riusciti talmente bene e a tal punto che ormai, l’acqua è andata irrimediabilmente via tutta e a questo livello di collasso sarà molto difficile riuscire a trovare un rubinetto che la possa di nuovo riempire.

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