Il senso di.... Velastregata

Il sibilo del vento affettato dalle sartie, lo scricchiolio delle scotte morse dagli stoppers, col rumore dell'acqua tagliata dalla spigolosa prua che si tuffa sbandata con delfinei beccheggi, la randa e il fiocco quando ben a segno che rapiscono il vento nella loro tela e tu sei là, signore incontrastato dell'invelato guscio, padre di rotta per una ambita meta stretto a quel timone che affonda il lungo aratro. Odori di brezza, colori di un tramonto, uno specchio di rada dove afforchi le tue marre tra sgombri arrosto e un sigaro cubano......

Questa è l'essenza e lo spirito della nostra associazione velica. Se dunque tra il fragore delle onde sei riuscito a percepire lo stregato cantico delle sirene, molla la tua ancora sotto il faro bianco di Velastregata, togliti i sandali e bagnati i piedi nell'acqua turchese all'ombra del legno di capitan Hook........ ed anche tu rimarrai inevitabilmente stregato.


martedì 8 novembre 2011

Alessandro di Benedetto

Quante volte avrete sentito parlare di navigatori solitari che hanno fatto il giro del mondo in barca a vela. Uomini, donne, adolescenti, ultraottantenni, la maggior parte con prue volte verso rotte convenzionali, ma a volte anche... contromano, andando contro i venti dominanti anzichè farsi più o meno portare. Barche a volte extralarge, o spesso di medie dimensioni, sovente ultratecnologiche, ma mai, comunque, di dimensioni tali da misurare soli 6,50 metri. Il marinaio ultraterreno che con una barca del genere è riuscito in una impresa che definire storica sarebbe un sostanziale diminutivo di quanto realizzato, si chiama Alessandro di Benedetto, un Italo Francese il cui piede marino si formò alla tenera età di 8 anni. Dopo aver navigato in lungo e in largo per decenni, avendo più volte attraversato l’Atlantico anche a bordo di un piccolo catamarano da spiaggia di 5 metri non cabinato, agli inizi del 2009 ha progettato un viaggio epico in solitario attorno al mondo, senza scalo nè assistenza, reinventando di sana pianta un vecchio scafo in legno della classe “mini 6,50” adattandolo come un vestito ai suoi bisogni. Il guscio di noce, forgiato nella ristrutturazione con la maestria di un vecchio lupo di mare, ha visto applicate modifiche strutturali inedite con tecnologie di base, ma estremamente efficienti. A bordo ecologia a impatto zero e piena autosufficienza attraverso un piccolo dissalatore; pannelli fotovoltaici, idrogeneratore e pala eolica per le batterie. Senza motore ma con una generosa velatura, partendo da Sables d’Olonne (Francia costa Atlantica) il 26 ottobre del 2009, ha percorso 28.360 miglia marine in 268 giorni facendo medie di 105 mg al giorno per 4,3 nodi / ora. Accompagnato da delfini, balene, orche, testuggini, ha attraversato bonacce, tempeste ed onde di 15 metri doppiando i tre mitici capi, Agulhas, Leeuwin, Horn, dove in quest’ultimo ha persino disalberato. Ma non ha richiesto assistenza. Alessandro infatti non si è dato per vinto ed ha allestito un armo di fortuna con le parti rimaste integre, e seppur avendo davanti a lui ancora migliaia di miglia da macinare, il 22 luglio del 2010 ritornava all’ormeggio da cui era partito nove mesi prima omologando così un nuovo record del mondo per una circumnavigazione del globo effettuata in solitario con la più piccola imbarcazione a vela della storia. Alessandro di Benedetto, velista dell’anno 2010.


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